lunedì 8 dicembre 2014

La consapevolezza dell'essere single

Diciamolo. Tornare single è un pò come tornare adolescenti. In meno che non si dica ti ritrovi a vivere l'altalena di emozioni bipolari che vivevi ai tempi del liceo. Ti svegli con il mondo in mano e ti butti sul letto, alla sera, con addosso la pesantezza dei sensi di colpa, delle sconfitte e dei fallimenti sentimentali delle ultime 24 ore.
Essere single è bello, continui a ripetertelo e continuano a ripetertelo tutti, e tu te ne stai a poco a poco convincendo, prendendo le distanze da quella relazione conclusa, che adesso vedi con il giusto distacco, dando il corretto nome alle cose che ti hanno portata a questo punto. 
E' bella la sensazione di sentirsi di nuovo me, di non dover pensare in due, di trascorrere la giornata senza litigare per qualsiasi cosa. Mi piace non dover dare spiegazioni per una mia mancanza o un mio colpo di testa.
Insomma la libertà dell'essere fuori da una relazione, soprattutto se questa relazione non ti faceva stare bene, è uno dei motivi per cui continuo a restare single. 
Ci sarebbero invece altri mille motivi per cui lo status di cui sopra mi rende emotivamente instabile. 
Iniziamo con il dire che come dicevo qui, noi donne non siamo fatte per essere single e godercela. Noi siamo più per cercare sempre e comunque complicazioni. Questa mancanza di relax emotivo fa sì che io  viva gli uomini con una profonda ansia da prestazione e, ad ogni incontro, la voglia di lasciarsi andare al piacere, senza freni e limiti, si scontra con quella parte di me ancora ferma al modus operandi di chi sta insieme da tempo, quello in cui al sesso sfrenato seguono lunghe coccole e abbracci, fatti di silenzi colmi di affetto. 
Il sesso senza legami è come la nutella, sul momento affogheresti nel barattolo, chiudendotici dentro, un momento dopo guardi quel barattolo con la tristezza e la consapevolezza che se lo avessi mangiato con meno ingordigia adesso ne avresti ancora un po' e non avresti quel gran mal di pancia. 
Se sei single e incontri un uomo, al coito segue il rumore della sua lampo tirata su e un silenzio che tu vorresti riempire con un sbagliatissimo "Allora ci rivediamo domani?" 
Perché le coccole post coito nessun uomo le considera nel suo algoritmo, a meno che non le inserisca in modo forzato se vive una relazione. Altrimenti, l'unica coccola la riserva a se stesso, accendendosi una sigaretta e riprendendosi dall'orgasmo, in silenzio.
E' quel silenzio che destabilizza, il silenzio che tu continui a riempire di mille cose che non esistono. Di cose che tu vorresti lui dicesse, facesse. Così ti ritrovi a riempirlo tu, a volere ancora nutella e a sentirti in colpa, per non riuscire a sopravvivere alle relazioni fugaci in silenzio, senza fare domande inutili, senza chiederti perché, senza viverti il momento per quello che è: un attacco di gola, e niente di più.


mercoledì 26 novembre 2014

Siamo fatte così.

Facciamo le donne forti.
Nella vita siamo delle guerriere. 
Rivendichiamo di continuo i nostri diritti. Il diritto all'indipendenza, alla realizzazione professionale, ad avere un makeup impeccabile, a non ingrassare. Poi incontriamo un pene e, dal diritto alla libertà, all'indipendenza, passiamo troppo velocemente alla dipendenza affettiva. Così la volontà ad apparire forti, predatrici, disposte a relazioni che si consumano in 24 ore su un sedile reclinabile di un'auto, diventa nulla nel momento in cui pretendiamo attenzioni, che non erano state messe nel conto del tacito accordo iniziale di una notte di sesso sudato e passione travolgente. Allora, quell'entusiasmo e quella patina di forza e determinazione che avevamo mostrato inizialmente, finisce per sbiadirsi, post orgasmo e nelle 48 ore successive, quando ancora nessun segnale ci sopraggiunge dall'uomo x. 
Godersi una bella scopata fine a se stessa non fa parte del nostro Dna. Non viene riconosciuta dalla parte fin troppo emotiva del nostro sistema nervoso, che nelle ore successive si consuma, in preda a inutili arrovellamenti, nella vana speranza di trovare una motivazione plausibile all'abbandono. 
Non tolleriamo l'idea di non essere più desiderate, cercate, scopate, ancora. Eppure abbiamo fatto tanto per pareggiare conti e diritti con il genere maschile, ma non riusciamo a pareggiare la loro innata propensione a slegare la connessione emotiva da quell'atto, fondamentalmente bestiale, e fine al piacere stesso. Sarà che siamo programmate per il mantenimento di una relazione, per conquistare un uomo che procrei con noi e mantenga la sopravvivenza della specie. Forse siamo programmate per destabilizzarci ad ogni incontro, anche un semplice atto sessuale. Forse siamo programmate per consumarci le sinapsi, cercando inutilmente validi perché al fatto che, dopo sole 36 ore da quel contorcersi perverso di corpi, lui ancora non chiami. Beh, forse, siamo state programmate semplicemente per non avere alcunché minimo di buon senso, né un minimo accenno di pazienza. 
Forse questo è il motivo per cui, alla fin fine, lui non ci chiama più: siamo delle gran rotture di cazzo!

martedì 28 ottobre 2014

Questione di aperitivi



Avete presente quegli aperitivi con cibo carente e alchool di scarsissima qualità? Somigliano tanto agli uomini che li frequentano. Sono quelli convinti di farti sballare offrendoti il minimo sindacale. Convinti che la loro offerta sia quella più competitiva e appetibile. Convinti che tu non sia mai stata ad un aperitivo migliore. Convinta che tu sia un'adolescente con l'infantile e immaturo obiettivo di ubriacarti velocemente della loro qualità zero. 
Eppure nonostante lo squallore, sono proprio questi, gli aperitivi/uomini che ti trovi più spesso a frequentare. La colpa é della mancanza di una controparte più allettante disponibile. Perché diciamoci la verità: gli aperitivi di ottima qualità sono in numero limitato e quasi sempre super affollati. Così una volta che ti sei persa in quel caos esagerato,senza aver potuto raggiungere nemmeno il bancone del bar, decidi di optare per qualcosa di più easy. 
Un luogo anonimo, in cui prendere un bicchiere di un anonimo vino, un anonimo buffet illuminato da luci soffuse, giusto per il gusto di passare una domenica sera diversa. 
Dopo un breve giro di perlustrazione, ti ritrovi sola, a far roteare il vino nel bicchiere, circondata da visi anonimi, che hanno occhi che guardano senza vedere, bocche che parlano parole mute e orecchie sorde. Mentre le risate di qualcuno coprono una canzone triste che sta finendo, noti che l'età media oscilla tra i 40 anagrafici e gli 80 mentali, con sprazzi di neuroni in età prepuberale. Infine ti accorgi di stare bevendo un vino di merda, che hai fame, ma soprattutto, che le cose easy non ti sono mai piaciute. Realizzi, così, ad un tratto, che, strano ma vero, preferiresti sgomitare, facendo a gara con chi cattura l'attenzione del barman, in un luogo pretenzioso, piuttosto che sguazzare nell'anonimato di un luogo triste e, per di più, ubriaca del peggior vino della storia.  

Buone cose. Sempre.

venerdì 24 ottobre 2014

L'Homme Ideal.

Sono passati circa 10 giorni da i miei ultimi pensieri scritti su questo spazio.
Il punto è che mi pare non sia proprio successo alcunché su cui riflettere o su cui ridire, eccetto la condizione che al momento mi trovo a vivere.
Credevo che essere single fosse una fonte di grande ispirazione, io che sono sempre stata la fidanzata per antonomasia, quella che gli amici davano per certo attraversare la navata di una Chiesa e dire si!
Invece adesso la noia pervade la mia vita più o meno come prima, se non peggio di prima.  
Non ci sono stati nuovi incontri, nuove esperienze, ma tante vecchie abitudini che mi pare si stiano ripetendo sempre più frequentemente. Così a parte evitare i luoghi in cui poter incontrare il mio ex, (questa si che è un'attività nuova ed adrenalinica!), mi ritrovo a scannerizzare i nuovi uomini che mi circondano. Il 50% di questi è assodato avere orientamenti sessuali in contrasto con la possibilità di finire a letto insieme, il restante 50% si divide tra cessi a pedali, omuncoli insignificanti e "gli irraggiungibili".
A proposito di questi ultimi, trattasi di uomini interessanti, gradevoli e sessualmente appetibili, ma che, per strane e complicatissime ragioni, diventano impossibili da raggiungere. Uno di questi, ad esempio, vive alle Hawaii. Per quanto l'idea di prenotare un biglietto solo andata verso il luogo delle onde magiche e dei tramonti mozzafiato mi attiri non poco, vedo alquanto  improbabile poterlo realizzare, così su due piedi. Soprattutto perché l'uomo, surfista, in questione non è nemmeno al corrente della mia esistenza, figuratevi del mio progetto di fargli visita. Insomma, si, sono stata folgorata dall'ideale di un uomo impossibile da raggiungere. 
E questa è più o meno la storia della mia vita sentimentale, infatti, tolta la parentesi della mia lunga storia, al momento ferma nell'iperuranio, ho sempre ambito a uomini che nella realtà stridevano troppo con l'ideale che di loro mi ero costruita nella mente. Ambivo a frequentazioni improbabili, ambivo frequentare più l'idea che di loro mi ero fatta, che loro, uomini in carne ed ossa. Loro che nei fatti risultavano essere portatori sani di vigliaccheria,  Io smisurati e virilità latente. Da canto mio, in perfetta missione kamikaze, continuavo a farmi esplodere contro la speranza di cambiarli e conquistarli. 
Poi l'altro giorno entro in profumeria e mentre sono lì, tranquilla, che guardo tra gli scaffali le ultime novità in fatto di eau de parfume, sento una voce maschile domandarmi se ho voglia di provare l'uomo ideale. Mi volto esterrefatta per quella strana richiesta, e datomi il tempo di capire, sto di fronte ad un uomo che ha tanta voglia di ironizzare e mettere il dito sulla piaga e, insieme, il nuovo profumo di Guerlain, il cui nome è proprio "Homme ideal", sul mio polso. 
Ed è lì che mi si è palesata una grande verità: l'uomo ideale è una leggenda! 
L'ideale, che cerchiamo e a cui tendiamo, sta troppo nelle nostre teste e poco a spasso per le nostre strade, per questo è così difficile scontrarci con lui. 
Tutti sembrano averlo capito, tutti, persino il signor Guerlain, che il concetto di uomo ideale è talmente effimero da essere come un eau de toilette, che una volta vaporizzato nell'etere, scomparirà dopo poche ore, come una visione, come un sogno, come una presa per i fondelli, lasciando me e quelle come me, che ancora lo stanno cercando, con un fastidioso prurito al naso. 
Buone cose. 


venerdì 10 ottobre 2014

Ominicchi e Quaquaraquà



Leonardo Sciacia parlava di ominicchi, mezzi uomini e quaquaraquá. 
Se l'umanità si fermasse ai mezz'uomini, che sono uomini non ancora consapevoli, quelli che potrebbero essere uomini, veri, se solo si impegnassero di più, sarebbe meglio. Invece, si scende ancora più in basso.
L'umanità di cui parla Sciascia, naturalmente, è da intendere nel suo senso generale, racchiudendo nella parola uomini tutti, indistintamente, uomini e donne.

"Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…" 

Ma se volessimo concentrarci solo sulla fetta maschile, troveremmo che di ominicchi e quaquaraquà ne è pieno il genere.

Io li chiamo così, quegli uomini pieni di sè. Quelli che vantano se stessi continuamente, che si riempiono di parole senza dar prova nei fatti. Sono quelli che "Ti prendo e ti porto via" e invece scopri essere solo " Ti prendo e ti lascio sulla via". 
Sono i vigliacchi, quelli che Mina canzonava attribuendogli solo "parole, parole, parole", perché ai fatti non reggono, ai fatti preferiscono le menzogne, i giri di parole e la loro vanità. 
Questi ominicchi ti portano a letto per poi esporti come un trofeo, usandoti come scudo per le loro insicurezze. Loro che si gonfiano come palloni pieni di Ego per mascherare un' autostima vacillante e capacità amatoriali scadenti. 
Ma la cosa peggiore è che questi uomini insignificanti sono proprio quelli che ci rendono mezze donne. Per una strana formula un ominicchio ci tramuta in donnette. Lo fa con il suo atteggiamento sfuggente e allo stesso tempo invadente. Attuando una violenza psicologica continua, ridicolizzandoci fino a mettere in dubbio la nostra autostima. 
Loro godono nel vederci prese totalmente e disponibili ai loro capricci. 
Perdere il nostro amor proprio per uomini del genere è quanto di più stupido possiamo fare, perché tornare indietro è difficile, una volta che ci siamo esposte, che gli abbiamo dato prova del nostro interesse. Soprattutto una volta che gliel'abbiamo data! O meglio, una volta che ci speravamo di avergliela data! 
Infatti, sono grandi seduttori e amatori fino a quando non si trovano a confrontarsi con un preservativo. Qui cadono, come superman davanti alla kriptonite. 
Questi omicchioli stanno lì a farci credere a parole di non vedere l'ora di rivoltarci come un calzino, farci provare 50 orgasmi senza sfumature e poi, una volta messe a 90 non vanno avanti se non gli concedi pure la nuda proprietà del tuo anfratto senza condom!
E tu che non ci pensi nemmeno a ricevere orgasmi accompagnati da candide, gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili di ogni sorta, ti senti quasi colpevole per esserti negata e aver fatto la "schizzinosa". 
Colpevole di aver negato il piacere alla tua povera vagina ansimante. Delusa e insoddisfatta finirai per arrenderti al fatto che un incontro pieno di aspettative si sia rivelato solo un grande bluff.
Ma la delusione non basta a slegarci da questo legame malato. Non basta convincersi che sono uomini senza valore. Dirsi a più riprese che hanno interesse per noi solo nella misura in cui serviamo allo scopo di renderli invincibili e sicuri. 
Questo perché, c'è la possibilità che un ominicchio del genere, alla fine ti abbia, non si sa come, fatto perdere la testa. E consapevole che sei partita per una missione kamikaze, cerchi risposte ai suoi comportamenti, al suo essere scostante. Ma nemmeno Paolo Fox può darti man forte e continua a ripeterti, oroscopo dopo oroscopo, che devi lasciar perdere, che stai per fare una cazzata.
Nel frattempo lui non cambia, continua a trattarti male, farti ingelosire, respingerti e deriderti per il puro piacere di sentirsi forte e desiderato. Continua a provocarti, ipnotizzarti, stuzzicare la tua voglia, a intermittenza. Ma a negarti, ancora, quell'orgasmo agognato. 

Care donne, ridotte a donnette, proclamiamo la giornata della resurrezione del nostro amor proprio. 
In fondo cosa stiamo elemosinando? Cosa stiamo cercando da chi non è capace nemmeno di essere uomo sotto le lenzuola. 
Impariamo a dire "Basta!", anche se vorremmo dire "Subito!".
Impariamo dagli errori. E al prossimo pene impariamo a chiederci se sul serio ne vale la pena,   di soffrire le pene dell'inferno e sacrificarci per una scopata dal sapore amaro. Per una scopata che ha un unico  orgasmo, quello che diamo a lui nel momento in cui davanti alle sue parole, parole, parole, mettiamo a 90 persino la nostra intelligenza.


mercoledì 8 ottobre 2014

Gatta morta dei miei stivali!

Avete presente quelle donne dalle movenze lente, dal fare svampito, e dallo sguardo languido? 
Le chiamano gatte morte. 
Sarò sincera: fino ad ora, per me,  l'esistenza di questo esemplare femminile era solo una leggenda. 
Poi l'ho vista in azione. 
L'ho vista girare con passo felino attorno all'uomo che avevo puntato e ho visto lui lasciarsi irretire dalle sue strategie ingannevoli. Ho visto anche me restare ferma  in un angolo a guardare, e pur avendo armi per iniziare una guerra, deporle, come fossi in preda ad uno stato ipnotico, e nella mia mente continuasse a ripetersi lo stesso ritornello: "Non vincerai mai!"
Perché? 
Perché tutto quello che avevo sentito dire sul suo conto è realtà.
Perché competere con una gatta morta nel raggiungimento dello stesso obiettivo di sesso maschile non è semplice. Lei sfodererà sempre qualche mossa improvvisa e subdola alla quale tu, che gatta morta non sei, difficilmente potrai controbattere. Così vedrai allontanarsi sempre più l'uomo che avevi puntato e pian piano cadere nella sua rete. 
A te resterà solo la convinzione di non essere capace, di aver perso l'inventiva, il sex appeal, mentre lei si muove come Kim Basinger in "Nove settimane e mezzo".

Ma vediamo insieme l'identikit della gatta morta:
1. Non è bella. Nè particolarmente attraente ma l'insieme la rende gradevole. 
2. Ha l'occhio furbo di chi è consapevole del suo fare.
3. La sua è una seduzione mascherata da un perenne atteggiamento da svampita.
4. Si muove lentamente, quasi in stop motion, attorno alla sua preda.
5. Lancia messaggi subliminali a sfondo erotico e carichi di doppi sensi lasciandoti con il dubbio che in realtà stia parlando del pomeriggio appena trascorso in preghiera. 
6. Cerca le attenzioni di tutti gli esseri di sesso maschile, (si, anche cani e gatti).
7. Tutte le altre donne sognano la sua testa appesa sul camino.

Ecco adesso che avete gli elementi per riconoscerla sappiate che ce n'è almeno una in ogni gruppo. 
Per neutralizzarla bisognerebbe osservarla, studiarne le caratteristiche e procedere all'emulazione.
Ma così finiremo per diventare gatte morte anche noi, attirare l'invidia delle altre donne e farci fare lo scalpo. 
Allora sarebbe meglio fare come me: davanti ad una gatta morta l'unica arma in tuo possesso è l'astuzia. Prendi coraggio, pancia in dentro, petto in fuori, comincia a mostrarti per quello che sei. Se l'uomo in questione continuerà a preferire le fusa, allora tu diventa pantera, tira fuori gli artigli e magnate la gatta in un sol boccone. 

sabato 4 ottobre 2014

La confusione cosmica

Se il cervello litiga con il cuore, la vagina interviene a rivendicare i suoi diritti. Allora né l'uno né l'altro possono nulla, se non arrendersi.  Tratto da "Vita di una single in piena confusione cosmica

- Non posso! Ti dico che non posso! Non è facile. Non è che il primo che trovi, prendi, crei un'intesa, dal nulla e te lo trombi! Così, senza chiedere il permesso. Ci vuole la conoscenza. L'atmosfera. Il carisma. La simpatia. Il sentimento.

- Cazzate! Ci vuole coraggio, iniziativa e strategia. Ci vuole un piano!

- Questa qui è single da troppo poco tempo. Non ci pensa nemmeno a riempire la patata. Dovrebbe concentrarsi su se stessa. Riflettere sui suoi sentimenti. E io non ci penso nemmeno a pulsare per qualcuno. Che sia chiaro! Non ne ho voglia!

- Scusate! Là sopra! Mi sentite? Ma a me chi ci pensa? Io ho delle esigenze, che non hanno nulla a che fare con il vostro riflettere e palpitare.
Qui mi pare che tutto sia contro di me. Ma che problemi avete? Smettetela di litigare! Subito!
Una scopata non ha mai fatto male a nessuno. Il vero problema della signorina è colmare un vuoto, e non è simbolico. Non c'entrano i sentimenti, i blocchi emotivi. Qui dobbiamo dare priorità agli orgasmi! Plurimi, frequenti, intensi.
Mi senti signorina? Hai sentito quell'altra vagina l'altro giorno? Diceva che gli uomini provano maggiore piacere, perché liberi da pensieri, emozioni. Noi invece veniamo considerate lente, indecise, difficili al piacere e facili alla distrazione.
Povere vagine trascurate! Povere noi! Ma con che peni abbiamo a che fare?
Adesso che sarebbe il caso di controbattere a queste idiozie, di lasciarsi andare senza inibizioni, voi ve ne uscite con queste remore? Smettetela di litigare e di rallentare la mia corsa verso il piacere!

Ecco. Questo è quello che mi pare stia accadendo da quando sono diventata single. Mi pare di sentirli, tutti e tre, tutte le volte che incontro un pene. E' una lotta continua tra chi deve prevalere. 
Cervello, cuore e vagina non riescono a trovare un accordo e chi ne resta penalizzata sono io che non so a chi dar retta.
Io vorrei tanto ascoltare il mio istinto e quella pulsione interna che continua a dirmi: Tromba! Ma non è così semplice. Lasciando perdere cuore e cervello, che si comportano al momento come due educande, il blocco vero e proprio nasce dall'arido deserto di peni interessanti là fuori.
Chi lo avrebbe mai detto che trovare un pene come si deve si sarebbe rivelata un'impresa tanto ardua!
Altro che peni ruspanti, decisi e diretti. Appartengono agli uomini cazzuti e sono difficili da trovare.
Grandi quantità, invece, di cazzoni, la cui erezione sopraggiunge soltanto dal loro Ego. Sono peni concentrati solo sul raggiungimento della loro eiaculazione.
Poi ci sono i cazzetti. Quelli che ansimano solo a guardarti, ma la cui credibilità amatoriale è pari a quella di Topo Gigio. Sono le riserve, quelli da utilizzare solo in caso di profonda crisi e disperazione.
Infine ci sono i diversamente cazzuti. Sono quelli dotati dell' organo sessuale, ma non sanno come approcciarsi a lui, prima ancora che approcciarsi alla sua controparte femminile. Il risultato sono incontri  /scontri in cui non hai la benché minima idea di come finirà, il cui epilogo, però, vede, nella stragrande maggioranza dei casi,  una povera vagina stanca e insoddisfatta.
Per sopravvivere non ci resta che iniziare a distinguere i tre esemplari e giocare d'astuzia. 
Dal primo prendete ciò che vi dà e date a lui la metà. Con il terzo datevi il piacere di dargli piacere e poi fornitegli un aiuto vibrante che faccia il resto. Con il terzo fate scorta di piacere e concedetegli di credere che sono stati la migliore scopata della vostra vita. Per loro questo sarà l'orgasmo migliore.


In attesa di scovare un raro esemplare di uomo cazzuto, continuo a vagare, annoiata, nella mia confusione cosmica, in questa valle di lacrime amare.